Lo specchio macchiato dal tempo_978-88-85434-63-9
Tra i luoghi romantici della vecchia Milano, Minerva – attrice innamorata dell’amico regista – interpreta Alice che si muove e lavora in una trattoria insieme ai personaggi di un film di cassetta. Le loro vite, per uno strano e inspiegabile corso del Destino, arriveranno a toccarsi e confrontarsi. Insieme a Vittoria –in una storia fatta di silenzi e misteri sui quali fare luce – finiranno per trovare una precisa identità. Esponendo dubbi e incertezze useranno la loro forza per proseguire, decideranno di affrontare eventi presenti e fantasmi del passato,senza l’esigenza immediata di scoprire le loro soluzioni, limitandosi a procedere secondo quanto previsto dai copioni delle loro esistenze, imparando che non si debba restare in attesa di una risposta, perché questa potrebbe non trovarsi che proprio all’ultima pagina. Dal romanzo:Non so perché non riesca a dirgli di no, non so nemmeno chi sia, la situazione ètalmente strana che una persona sana di mente, col cavolo che gli andrebbe dietro.Ma io sì, gli cammino vicino, cerco di capire, faccio qualche domanda idiota allaquale l’uomo non risponde. Il suo passo è fermo e sicuro nonostante l’età,anche il bastone da passeggio nella sua mano destra sembra più un or-namento chequalcosa che gli serva per non cadere. Qui a cadere sono solo io. Cado dentro la miavita che mi risucchia in situazioni ignote, come questa. D’improvviso si fermadavanti all’ingresso di un palazzo appena fuori dalla Galleria, roba da ricchi,mi apre il portone e mi fa cenno di entrare. Io mi sento fuori posto, sciatta piùche mai rispetto all’androne che si affaccia su un cortile dell’Ottocento.«Prego. Mi segua.»«Ma Vittoria dov’è?» Lo chiedo a voce bassa, lui nonrisponde.Dentro un ascensore di un’altra epoca, mi guardo allo specchio macchiatodal tempo. L’immagine arriva quasi distorta, non so se vedo ancora me stessao solo la mia anima. Tra i luoghi romantici della vecchia Milano, Minerva – attrice inna-moratadell’amico regista – interpreta Alice che si muove e lavora in una trattoriainsieme ai personaggi di un film di cassetta. Le loro vite, per uno strano e inspiegabilecorso del Destino, arriveranno a toccarsi e confrontarsi. Insieme a Vittoria –in una storia fatta di silenzi e misteri sui quali fare luce – finiranno pertrovare una precisa identità. Esponen-do dubbi e incertezze useranno la loro forzaper proseguire, decideran-no di affrontare eventi presenti e fantasmi del passato,senza l’esigenza immediata di scoprire le loro soluzioni, limitandosi a procederesecondo quanto previsto dai copioni delle loro esistenze, imparando che non si debbarestare in attesa di una risposta, perché questa potrebbe non tro-varsi che proprioall’ultima pagina. Dal romanzo:Non so perché non riesca a dirgli di no, non so nemmeno chi sia, la situazione ètalmente strana che una persona sana di mente, col cavolo che gli andrebbe dietro.Ma io sì, gli cammino vicino, cerco di capire, faccio qualche domanda idiota allaquale l’uomo non risponde. Il suo passo è fermo e sicuro nonostante l’età,anche il bastone da passeggio nella sua mano destra sembra più un or-namento chequalcosa che gli serva per non cadere. Qui a cadere sono solo io. Cado dentro lamia vita che mi risucchia in situazioni ignote, come questa. D’improvvisosi ferma davanti all’ingresso di un palazzo appena fuori dalla Galleria, robada ricchi, mi apre il portone e mi fa cenno di entrare. Io mi sento fuori posto,sciatta più che mai rispetto all’androne che si affaccia su un cortile dell’Ottocento.«Prego. Mi segua.»«Ma Vittoria dov’è?» Lo chiedo a voce bassa, lui non risponde.Dentroun ascensore di un’altra epoca, mi guardo allo specchio macchiato dal tempo.L’immagine arriva quasi distorta, non so se vedo ancora me stessa o solo lamia anima.
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